QUANDO?
Quando, dopo la diagnosi del medico, non sapete come affrontare l'alimentazione in caso di patologie come:
Obesità:
In una pagina web del Ministero della Sanità si legge:
“L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, condizione che determina gravi danni alla salute. E’ causata nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti: da una parte, un’alimentazione scorretta ipercalorica e dall’altra un ridotto dispendio energetico a causa di inattività fisica. L’obesità è quindi una condizione ampiamente prevenibile.”
Le recenti nuove conoscenze a proposito del ruolo giocato dalla flora batterica intestinale (Microbiota) nello sviluppo di molte condizioni patologiche suggerisce che questa definizione deve essere assolutamente rivisitata. Sull’ American Journal of Gastroenterology sono pubblicati i risultati di uno studio che porta a concludere che: "il microbiota intestinale gioca un ruolo importante nella regolazione del bilancio energetico e quindi del peso di animali e uomini e può quindi influenzare lo sviluppo e il mantenimento di obesità e altre malattie metaboliche, incluso il diabete di tipo 2". Ancora non sono completamente chiarite le differenze tra microbiota di persone snelle ed obese, dato che dieta ed esercizio fisico influenzano però la composizione del microbiota è determinante non trascurarle, così come è importante curare il benessere intestinale. Per approfondire questo argomento vai alla pagina Microbiota
Da un comunicato pubblicato nel 2014 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
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Nel mondo l’obesità è più che raddoppiata dal 1980.
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Nel 2014 più di 1.9 miliardi di adulti sopra i 18 anni erano in sovrappeso (il 39%della popolazione mondiale), 600 milioni erano obesi (il 13% della popolazione mondiale)
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La maggior parte della popolazione mondiale vive in paesi in cui sovrappeso e obesità uccidono più della denutrizione
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Nel 2013 42 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni erano obesi o sovrappeso
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L’obesità si può prevenire
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Secondo i dati raccolti nel 2015 dall'Istat, in Italia il 35.3% degli adulti è sovrappeso, mentre l’9.8% è obeso. I bambini e gli adolescenti in eccesso di peso raggiungono la quota considerevole del 24,9%.


Diabete
I dati riportati nell'Annuario Statistico Istat 2016 indicano che è diabetico il 5,3 % degli italiani (16,5% fra le persone di 65 anni e oltre), pari a circa 3.200.000 persone. La diffusione del diabete è quasi raddoppiata in trent’anni (coinvolgeva il 2,9% della popolazione nel 1980). Tutti gli studi più recenti hanno dimostrato che, in caso di sovrappeso o di obesità, è sufficiente perdere il 5-10 % del peso iniziale per ottenere un miglioramento significativo del compenso metabolico del diabete, prevenendone così le temibili complicanze. Anche tutte le patologie cardiovascolari e metaboliche spesso associate al diabete (cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, dislipidemia, iperuricemia, etc.) hanno un significativo miglioramento in seguito alla normalizzazione del peso corporeo. Nei casi di sovrappeso o vera e propria obesità che costituiscono purtroppo ben più della metà del numero totale dei diabetici, una alimentazione razionale ed equilibrata, affiancata dalla pratica di un’attività fisica adeguata e regolare, resta il mezzo di primo intervento più efficace e più economico. Anche nei diabetici senza problemi di peso, il ruolo della terapia dietetica, intesa come corretto "stile di vita", è comunque fondamentale nell'ottenere la normalizzazione dei livelli glicemici.
Naturalmente, alla luce delle nuove conoscenze, anche in questo caso è determinante tener conto delle condizioni della flora batterica intestinale (Microbiota).
Ipertensione arteriosa
Una dieta ricca di sodio aumenta il rischio di sviluppare l'ipertensione, ma questo non è l’unico fattore predisponente, infatti una dieta sbilanciata (in particolare ricca di grassi), la predisposizione genetica, la sedentarietà e lo stile di vita (lo stress, il fumo, l'alcol, ecc.) contribuiscono altrettanto alla sua comparsa. Sia in ambito preventivo, sia in quello terapeutico, le strategie per ridurre l'ipertensione si basano su alcuni punti fondamentali:
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Una riduzione dell'apporto di sodio
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Un'aumentata assunzione di potassio
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Il controllo del peso corporeo
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La pratica costante di un'attività fisica moderata
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La riduzione dello stress

Disturbi intestinali
Al giorno d'oggi i disturbi intestinali sono purtroppo sempre più frequenti: dolori, sensazione di gonfiore addominale e irregolarità intestinale (stipsi, diarrea o stipsi e diarrea alternate) accompagnano faticosamente la vita di molti di noi. Spesso non si tratta di vere e proprie patologie ma, di una serie di fastidi collegati a disordini intestinali di varia natura, causati non solo da cattive abitudini alimentari ma da fattori come stress, ansia, e abitudini di vita poco sane. Tra le cattive abitudini, ricordiamo:
- in primo luogo una scarsa attenzione nei confronti del nostro microbiota e quindi una dieta inadeguata al suo armonico sviluppo e mantenimento e soprattutto un uso sconsiderato di antibiotici che causano un vero e proprio sconquasso alterando i delicati equilibri tra le specie di microrganismi presenti..
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mangiare velocemente, senza masticare a sufficienza, magari in piedi o in una situazione non tranquilla (rumore, traffico, inquinamento), trascorrere la pausa pranzo alla scrivania o di fronte al computer, mentre si continua a lavorare, o comunque non dedicare abbastanza tempo e "attenzione" alle nostre necessità.
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Non bere a sufficienza
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la sedentarietà è un altro nemico del nostro intestino così come la tendenza a non assecondare lo stimolo alla defecazione per motivi di tempo o di rifiuto ad utilizzare un bagno "estraneo".
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un eccessivo consumo di grassi, apporto di fibra insufficiente, scarsa assunzione di liquidi.
Ipercolesterolemia
Quando l'ipercolesterolemia è dovuta ad abitudini alimentari sbagliate, sovrappeso, obesità è fondamentale seguire un programma alimentare adeguato per riportare i valori di colesterolemia alla normalità evitando così il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Quando l'ipercolesterolemia è costitutiva, cioè determinata da una predisposizione genetica, è più difficile da controllare perchè è l'organismo stesso che produce colesterolo. Anche in questo caso è comunque necessario seguire le indicazioni nutrizionali appropriate per non aggravare la situazione e soprattutto è bene mantenere il peso forma, non fumare e praticare tanta attività fisica, il movimento infatti migliora notevolmente il rapporto tra colesterolo "buono" e colesterolo "cattivo"
A tavola:
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aumentare il consumo di pesce
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consumare legumi e cereali
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consumare anche pane, cereali, pasta, riso, integrali
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consumare anche prodotti a base di soia
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utilizzare per condire olio extravergine di oliva e oli di semi spremuti a freddo
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limitare in maniera drastica l'assunzione di grassi trans.
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limitare il consumo di grassi saturi
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ridurre il consumo di zuccheri semplici

Gastrite
La gastrite è un'infiammazione acuta o cronica delle pareti dello stomaco. La gastrite acuta si manifesta con uno o più di questi sintomi: dolore, bruciore, crampi allo stomaco, senso di acidità, gonfiore addominale, eruttazioni frequenti, nausea, vomito. La gastrite cronica è molto spesso silente e per essere diagnosticata necessita di indagini diagnostiche approfondite e va curata con farmaci specifici, le forme acute più lievi invece possono essere guarite con una dieta appropriata e corrette abitudini igienico-alimentari. I più comuni alimenti irritanti per lo stomaco sono: cibi molto grassi, alcuni ortaggi e frutti, le spezie, tè, caffè, alcolici, superalcolici, bevande gassate, cioccolata, menta, ecc. E' bene ricordare però che, accanto ad alcuni alimenti che comunemente irritano la mucosa gastrica, possono esserci variabilità individuali e quindi cibi ben tollerati da alcuni e deleteri per altri. Per questo motivo è importantissimo ascoltare i segnali che il nostro corpo ci invia ed evitare quegli alimenti che notoriamente sono per noi causa di cattiva digestione.

Osteoporosi:
In Italia, oltre 3,5 milioni di donne sono affette da osteoporosi, una malattia che si manifesta solitamente durante la menopausa perché legata al rapido calo di ormoni femminili.
Per prevenire e combattere l’osteoporosi è fondamentale:
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dieta ricca di calcio e vitamina D
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costante attività fisica
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esposizione al sole per almeno 20 minuti al giorno per 5 giorni a settimana
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non fumare e ridurre il consumo di alcol

I cibi più ricchi di calcio sono:
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Il latte e i suoi derivati: si tenga presente che si tratta di alimenti molto energetici e ricchi di colesterolo; dato che il contenuto di calcio non diminuisce nel latte e negli yogurt scremati è bene scegliere questi ultimi.
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Il pesce, soprattutto il pesce azzurro
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Mandorle, noci, nocciole (in piccole quantità poichè sono molto caloriche)
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Rucola, cavoli, rape, verze, broccoli: purtroppo il calcio contenuto nei vegetali è assorbito dal nostro organismo con maggior difficoltà
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I legumi: vale lo stesso discorso fatto per i vegetali
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Le acque medio minerali contribuiscono all’apporto di calcio nella dieta
La vitamina D
viene sintetizzata nel nostro organismo a livello della cute sfruttando l’azione dei raggi ultravioletti, la sua forma attiva stimola l’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale.
Si trova prevalentemente
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nel fegato
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nel rosso d’uovo
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nel latte e nel burro
E’ bene inoltre, moderare l’apporto di:
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sodio (sale da cucina, dadi da brodo, prodotti da forno confezionati, ecc.), proteine di origine animale, caffeina che favoriscono l’eliminazione del calcio con le urine.
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fibra che in quantità esagerata inibisce l’assorbimento intestinale di calcio
Ipotiroidismo
Due milioni e mezzo di italiani (in prevalenza donne) soffre di ipotiroidismo, praticamente il 5% della popolazione.
Quali sono i principali sintomi dell’ipotiroidismo?
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Aumento di peso ingiustificato
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Maggiore sensibilità al freddo
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Sensazione di stanchezza e mancanza di energia.
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Malinconia
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Mestruazioni abbondanti
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Ipercolesterolemia ingiustificata
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Dolore ai muscoli e alle articolazioni
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Pelle secca e pallida
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Unghie e capelli fragili
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Stitichezza
E’ fondamentale diagnosticare il disturbo il più presto possibile per intervenire e risolvere il problema. Non dobbiamo comunque pensare che il nostro metabolismo debba rimanere addormentato per sempre! Una volta intrapresa la terapia farmacologica (che altro non è se non la somministrazione dell’ormone sintetico) e calibrato il dosaggio ideale di ormone per ristabilire una condizione di normalità, i sintomi spariranno e l’ago della bilancia tornerà a scendere regolarmente seguendo una dieta corretta e personalizzata.
